Urania 0836 - Saturno Tre by Steve Gallagher

autore:Steve Gallagher [Gallagher, Steve]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-01-19T09:25:36+00:00

Le mani a tenaglia del robot si aprirono, e Alex fu libera dalla sua stretta. Si sentì le gambe cedere, e James accorgendosene, le corse vicino e la sorresse prima che cadesse. Poi la tirò indietro, fuori della portata di Hector, verso la porta del laboratorio. La torretta girevole del Semidio ruotò, e il suo occhio si puntò su James.

«Tutto bene» disse James, cercando di consolare Alex e accarezzandole i capelli. «Adesso indietreggiamo lentamente, finché non riusciamo a uscire dal laboratorio. Lui non vuole farvi del male intenzionalmente.»

«Se è così, dimostra le sue buone intenzioni in modo molto strano!»

All’improvviso, con un gran fracasso, il braccio della gru si abbatté sul tavolo. Il ripiano di plastica si spaccò in due, mentre tutte le attrezzature che c’erano sopra rimbalzarono in aria: i cavi di sostegno della gru si ruppero, e i pesanti blocchi di cemento che formavano la sua base rimasero un attimo in bilico per poi cadere pesantemente; tutta la struttura della gru, ormai non più bilanciata, si inclinò sui rottami. James fece appena in tempo a spingere di lato Alex, prima di essere investito dalla marea di detriti e di rimanere incastrato fra il braccio maestro della gru e la superficie del tavolo. Al capo opposto del laboratorio, Hector aveva alzato un braccio e aveva chiuso le dita nella grottesca e scheletrica parodia di un pugno.

«Sono intrappolato» disse James, in tono meravigliato. La gamba non gli faceva male, ma lui non riusciva a tirarla fuori dalle macerie. Alex si tirò su a sedere sul pavimento, stordita e confusa. Era a qualche metro da James

«Aiutatemi a liberarmi» la implorò James. «Dovete aiutarmi! Non posso restare qui con lui!»

La porta del laboratorio si spalancò di colpo, e James, Alex e Hector si voltarono tutti a guardare. Sulla soglia c’era Adam, senza casco ma ancora con la tuta pressurizzata, tutto ansimante per la corsa che aveva fatto per attraversare il nucleo. Dietro di lui le luci del corridoio lampeggiavano ancora l’allarme, e il fischio lontano della sirena della sala comunicazioni aggiungeva la sua nota stridula ai cigolii e agli scricchiolii delle macerie dentro il laboratorio. Adam vide subito Alex sul pavimento e Hector, immobile, un po’ più in là. Senza esitare corse da Alex, la tirò su e la accompagnò, quasi reggendola di peso, fino alla porta, quindi la spinse fuori.

«Lascialo lì» disse Alex, indicando con la testa James.

«Non mi succederà niente» la rassicurò Adam.

Appena si mosse verso la gru in pezzi, Hector cominciò ad avanzare. James si mise a gridare aiuto, terrorizzato al pensiero che Adam ritornasse sui suoi passi e lo abbandonasse lì, ma Adam si mise a rovesciare i banchi del laboratorio in modo che ostruissero la via al robot. Fili, cavi, strumenti delicati, apparecchiature pesanti: tutto venne ammucchiato da Adam per formare una barricata improvvisata contro Hector. Un paio di robot del laboratorio si avventarono su Adam, ma lui li schivò e li rovesciò, aggiungendoli al mucchio. Hector cominciò a dare calci a quell’ammasso di macerie e a cercare di passarci in mezzo.

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